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CAD VedOltre

Il Centro Attività Diurne “VedOltre”, è all’interno della cooperativa il centro delle attività quotidiane, nel quale si svolgono tutti i laboratori, gli incontri formativi, le riunioni e la progettazione degli ospiti.

Nasce nel 2010 con la costituzione della cooperativa CLGEnsemble .

Accreditato con la Città di Torino e le ASL torinese, è un servizio semiresidenziali dedicato a persone maggiorenni, portatrici di disabilità intellettiva e motoria con una buona autonomia nel movimento e nello spostamento nella città, poiché gli ospiti raggiungono autonomamente le due sedi di attività che sono:

  • C.so Vercelli 395

  • Via delle Querce 23/bis

METODOLOGIA

La promozione umana e l’integrazione delle persone con disabilità ha come fulcro non solo la cura materiale dell’individuo ma una presa in carico globale il cui perno è la trasmissione e la condivisione di azioni: un imparare a fare più che un saper essere, in altre parole una pratica formativa. In questo senso il valore delle relazioni d’aiuto è la condivisione tra operatori e ospiti di tempi, luoghi e agiti cioè una relazione che si svolge e si esplica su e in un comune riferimento oggettuale. CLGEnsemble sceglie il Laboratorio come forma che privilegia questo scambio. Nella pratica del centro il laboratorio è uno spazio definito da un setting comprendente tempo e luogo, in cui, sotto la guida di un conduttore e di un co-conduttore si accede a uno spazio pratico di scambio di intenzioni e saperi. Questo scambio non avviene esclusivamente all’interno del binomio operatore-ospite ma si moltiplica e riguarda tutto il gruppo. Attraverso l’uscita dalla dualità, il contesto gruppale non funziona solo da sfondo ma è parte delle relazioni sia tra pari che tra pari e il gruppo che tra gruppo e operatore.

LABORATORI

La settimana laboratoriale è caratterizzata dalla continuità nel tempo di oggetti, materiali e pratiche all’insegna del paradigma traduttivo di forme, immagini e materiali correlati tra loro da un’attenzione specifica la sensibilità e la gestualità vissuta di ogni ospite. La scrittura di testi, narrazioni è l’elemento relazionale che pone al centro la modalità descrittiva e la competenza sensoriale di ognuno, rispetto all’oggetto messo in pratica.

Ogni senso è quindi posto in relazione traduttiva con gli altri, articolando un medesimo oggetto in diverse e plurime sensorialità. Dalla musica alla pittura, dalla gastronomia alla narrazione, dalla falegnameria al giardinaggio, ogni pratica è correlata alle altre mettendo in luce gli elementi simili, analoghi e altrimenti dissimili e assolutamente individuali. Gli ospiti hanno così modo di praticare gli stessi oggetti in contesti diversi osservando caratteristiche fisiche, motorie e cognitive in qualità di senso ogni volta differenti.

MUSICOTERAPIA

Gli elementi costitutivi del laboratorio, oltre il conduttore, sono il setting musicoterapico, la pratica improvvisatoria, la scrittura di testi, la registrazione dei brani musicale e la produzione di una performance o un prodotto finale da rendere fruibile nel territorio. Per quanto riguarda il setting questo va oltre lo spazio fisico in cui si realizzano i laboratori; il setting è inerente agli altri contesti di pratica della settimana, al luogo, al clima in cui si muove il gruppo e in cui si verifica l’azione sonora e musicale. La costruzione di un setting che sia sempre simile a sé stesso fa sì che l’ospite possa facilmente compiere la traduzione di sé all’interno di contenuti laboratoriali sempre in traduzione tra loro. Il setting, in altre parole, costituisce la soglia attraverso cui si entra per prendere parte al laboratorio. Per quanto riguarda invece il prodotto finale, il laboratorio si è specializzato nel tempo nella produzione di oggetti culturali cioè performance, film, dischi, video. Il prodotto finale non è un punto di arrivo e meta del laboratorio ma porta dentro sé stesso il processo traduttivo intrapreso; questo, nelle performance, è più visibile e compartecipato. I concerti che la cooperativa organizza o a cui è invitata a partecipare, è il momento in cui il conduttore retrocede di un passo e i partecipanti avanzano di un altro. Così la forma chiusa del cerchio del laboratorio, si apre all’esterno, il setting non è più necessario.

GASTRONOMIA

Il laboratorio di gastronomia è un setting che sperimenta ricette e organizza settimanalmente i pasti del centro diurno. Il focus della pratica è la correlazione tra utilizzo delle attrezzature, gli schematismi cognitivi delle cotture e la sensibilità sensoriale al gusto e all’olfatto, elementi che passano poi in traduzione con le altre pratiche di laboratorio.

Quotidianamente dal caffè alla merenda e al pranzo, gli ospiti sono motivati e indirizzati alla percezione di sé e degli altri attraverso un elemento, il nutrirsi e l’alimentazione che favorisce in modo decisivo la relazione tra tutti gli ospiti in merito a ciò che da sempre piace mangiare e che in maniera automatica veicola valori, abitudini e aspetti della personalità poco conosciuti o ritenuti marginali. Oltre al piacere stesso del cucinare, gli ospiti sono quindi posti nella situazione nel quale devono attivare possibilità immaginative e creative attraverso anche ciò che notoriamente non è per loro gradevole al gusto e al palato. Importante quindi risulta sia la correlazione con la musica, i colori e l’estetica del piatto.

PITTURA

Il laboratorio di gastronomia è un setting che sperimenta ricette e organizza settimanalmente i pasti del centro diurno. Il focus della pratica è la correlazione tra utilizzo delle attrezzature, gli schematismi cognitivi delle cotture e la sensibilità sensoriale al gusto e all’olfatto, elementi che passano poi in traduzione con le altre pratiche di laboratorio.

Quotidianamente dal caffè alla merenda e al pranzo, gli ospiti sono motivati e indirizzati alla percezione di sé e degli altri attraverso un elemento, il nutrirsi e l’alimentazione che favorisce in modo decisivo la relazione tra tutti gli ospiti in merito a ciò che da sempre piace mangiare e che in maniera automatica veicola valori, abitudini e aspetti della personalità poco conosciuti o ritenuti marginali. Oltre al piacere stesso del cucinare, gli ospiti sono quindi posti nella situazione nel quale devono attivare possibilità immaginative e creative attraverso anche ciò che notoriamente non è per loro gradevole al gusto e al palato. Importante quindi risulta sia la correlazione con la musica, i colori e l’estetica del piatto.

Modalità d'inserimento

Ogni ospite proviene da specifico mandato della Commissione UMVD della Città e delle Asl di Torino.

Si realizza con tutti i protagonisti – familiari, assistenti sociali, cooperativa, clinici e sanitari – un progetto individuale di inserimento il quale valuta i bisogni di residenzialità, di cura e assistenza alla persona disabile, il quale necessità di un’assistenza e un progetto educativo sulle 24 ore.

Il Piano Educativo Individualizzato

Per ogni ospite inserito si compila per il suo sostegno a carattere individuale, un progetto educativochiamato PEI, nel quale vengono stabilite prospettive e piani di lavoro degli operatori e si dipana per obbiettivi e verifiche dei progressi dell’ospite. Questo strumento, che all’interno comprende pratiche e azioni diverse per ogni ospite, è la bussola dell’agire educativo dell’equipe. Nonostante sia individuale e quindi tarato sulle esigenze del singolo, la realizzazione tiene sempre in conto l’ambiente di vita collettivo. Per ciò che concerne invece la cura materiale, il PEI è il punto di partenza per la costruzione di un rapporto operatore-ospite efficace nel tempo. Il soddisfacimento dei bisogni primari e la condivisione delle azioni della cura personale consentono di sviluppare la base su cui erigere gli interventi.

L’EQUIPE

Ogni ospite proviene da specifico mandato della Commissione UMVD della Città e delle Asl di Torino.

Si realizza con tutti i protagonisti – familiari, assistenti sociali, cooperativa, clinici e sanitari – un progetto individuale di inserimento il quale valuta i bisogni di residenzialità, di cura e assistenza alla persona disabile, il quale necessità di un’assistenza e un progetto educativo sulle 24 ore.

Il Piano Educativo Individualizzato

Per ogni ospite inserito si compila per il suo sostegno a carattere individuale, un progetto educativochiamato PEI, nel quale vengono stabilite prospettive e piani di lavoro degli operatori e si dipana per obbiettivi e verifiche dei progressi dell’ospite. Questo strumento, che all’interno comprende pratiche e azioni diverse per ogni ospite, è la bussola dell’agire educativo dell’equipe. Nonostante sia individuale e quindi tarato sulle esigenze del singolo, la realizzazione tiene sempre in conto l’ambiente di vita collettivo. Per ciò che concerne invece la cura materiale, il PEI è il punto di partenza per la costruzione di un rapporto operatore-ospite efficace nel tempo. Il soddisfacimento dei bisogni primari e la condivisione delle azioni della cura personale consentono di sviluppare la base su cui erigere gli interventi.

Attività E PROCESSI DI AUTONOMIA

Come già espresso, il servizio tende a riabilitare e a implementare i processi di individuazione delle capacità personali e delle proprie autonomie, andando a monitorare costantemente sia competenze stabili che quelle possibili o emergenti da ciascun ospite. In tal senso la cooperativa si appoggia a degli istituti che si occupano di formazione al lavoro e inserimento lavorativo per disabili. Alcuni degli ospiti del gruppo appartamento hanno intrapreso percorsi di formazione con le agenzie formative Forma-re-te (sede di Via Tempia 6) e ENGIM Artigianelli (sede Corso Palestro 14). Inoltre, per quanto possibile, si è provato a mantenere le attività di volontariato degli ospiti sul territorio come, ad esempio con la cooperativa sociale Terra Mia o le attività sportive per l’associazione Senza Limiti.

la rete sociale

Nell’ottica della cooperativa il lavoro di rete è necessario e indispensabile per una presa in carico globale. Gli interlocutori prevalenti sono chiaramente i servizi sociali del Comune di Torino e la ASL, in quanto enti accreditanti e invianti. Ad essi seguono le realtà territoriali in cui gli ospiti si muovono, come detto sopra le sedi di volontariato o di attività sportive e le agenzie formative. In ultimo, si svolge un lavoro di rete con i singoli individui che hanno a che fare con gli ospiti, siano essi familiari, commercianti di zona o amici. Il lavoro di rete consente si avere una panoramica il più possibile chiara degli spazi e dei territori degli ospiti e permette di formare con gli altri e tutti insieme una rete di salvataggio che possa mettere in sicurezza senza essere invasiva. In tal senso il gruppo pratica settimanalmente le attività del CAD, nelle quali gli ospiti sono quotidianamente impegnati in una dimensione riabilitativa oltre il contesto quotidiano dell’appartamento e avendo modo di confrontarsi con altri gruppi di persone con disabilità e nel territorio di Torino.